Un racconto di
Peter
Raccontano che un
giorno si riunirono in un luogo della terra tutti i sentimenti
e le qualità degli uomini. Quando la noia si fu
presentata per la terza volta, la pazzia, come sempre un
po' folle propose: "Giochiamo a nascondino!" L'interesse
alzò un sopracciglio e la curiosità senza potersi contenere
chiese: "A nascondino? Di che si
tratta?" "E' un gioco, - spiegò la pazzia - in
cui io mi copro gli occhi e mi metto a contare fino a
1.000.000 mentre voi vi nascondete e, quando avrò terminato di
contare, il primo di voi che scopro prenderà il mio posto per
continuare il gioco."
L'entusiasmo si mise a
ballare, accompagnato dall'euforia. L'allegria fece
tanti salti che finì per convincere il dubbio e persino
l'apatia alla quale non interessava mai niente... Però non
tutti vollero partecipare. La verità preferì non
nascondersi. Perché, se poi alla fine tutti la scoprono? La
superbia pensò che fosse un gioco molto sciocco (in fondo ciò
che le dava fastidio era che non fosse stata una sua idea) e
la codardia preferì non arrischiarsi.
"Uno, due, tre..." -
cominciò a contare la pazzia. La
prima a nascondersi fu la pigrizia che si lasciò
cadere dietro la prima pietra che trovò sul percorso. La
fede volò in cielo e l'invidia si nascose all'ombra del
trionfo che con le proprie forze era riuscito a salire sulla
cima dell'albero più alto. La generosità quasi non
riusciva a nascondersi. Ogni posto che trovava le sembrava
meraviglioso per qualcuno dei suoi amici.
Che dire di un lago cristallino? Ideale
per la bellezza. Le fronde di un albero? Perfetto per la
timidezza. Le ali di una farfalla? Il migliore per la
voluttà. Una folata di vento? Magnifico per la libertà.
Così la generosità finì per nascondersi in un raggio di
sole. L'egoismo, al contrario trovò subito un buon
nascondiglio, ventilato, confortevole e tutto per se'. La
menzogna si nascose sul fondale degli oceani (non è
vero, si nascose dietro l'arcobaleno). La passione e il
desiderio al centro dei vulcani. L'oblio...non mi
ricordo...dove? Quando la pazzia arrivò a contare 999999
l'amore non aveva ancora trovato un posto dove nascondersi
poiché li trovava tutti occupati, finché scorse un
cespuglio di rose ealla fine decise di nascondersi tra i
suoi fiori.
"Un milione!" -
contò la pazzia. E cominciò a cercare. La prima a
comparire fu la pigrizia, solo a tre passi da una
pietra. Poi udì la fede, che stava discutendo con Dio su
questioni di teologia, e sentì vibrare la passione e il
desiderio dal fondo dei vulcani. Per caso trovò l'invidia e
poté dedurre dove fosse il trionfo. L'egoismo non riuscì a
trovarlo. Era fuggito dal suo nascondiglio essendosi accorto
che c'era un nido di vespe. Dopo tanto camminare, la pazzia
ebbe sete e nel raggiungere il lago scoprì la bellezza. Con
il dubbio le risultò ancora più facile, giacché lo trovò
seduto su uno steccato senza avere ancora deciso da che lato
nascondersi. Alla fine trovò un po' tutti: il talento
nell'erba fresca, l'angoscia in una grotta buia, la menzogna
dietro l'arcobaleno, infine l'oblio che si era già dimenticato
che stava giocando a nascondino.
Solo l'amore non le
appariva da nessuna parte. La pazzia cercò dietro
ogni albero, dietro ogni pietra, sulla cima delle montagne e
quando stava per darsi per vinta scorse il cespuglio di rose e
cominciò a muoverne i rami. Quando, all'improvviso, si
udì un grido di dolore: le spine avevano ferito gli
occhi dell'amore...! La pazzia non sapeva più che cosa fare
per discolparsi; pianse, pregò, implorò, domandò perdono alla
fine gli promise che sarebbe diventata la sua
guida. Da allora, da quando per la prima volta si
giocò a nascondino sulla terra, l'amore è cieco e la pazzia
sempre lo accompagna.
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